Stamani è stato intitolato un giardino a Norma Cossetto vittima delle foibe.
Come Presidente della Commissione Toponomastica ho eredito questa intitolazione che necessita di essere contestualizzata nella storia.
Chi è Norma Cossetto?
Norma Cossetto nasce a Visinada in Croazia nel 1920.
Proprio nel 1920 viene firmato il trattato di Rapallo che assegna l’Istria all’Italia a seguito della vittoria italiana nella prima guerra mondiale.
Con l’avvento del fascismo nel ’22 inizia la politica di italianizzazione della regione:
- si vieta nelle scuole l’insegnamento delle lingue croata e slovena.
- tutti gli insegnanti croati e sloveni presenti in Istria vengono sostituiti con insegnanti di origine italiana.
- agli alunni è imposto l’uso esclusivo della lingua italiana.
- Furono imposti d’ufficio nomi italiani a tutte le località dei territori assegnati all’Italia
- Poi si passò ai cognomi delle famiglie croate e slovene che furono italianizzati per epurare la popolazione della regione. Antolović diventava Atolli, Šimetić Simetti, Šimonović Simeoni
Viene sostenuta la pulizia etnica attraverso la sostituzione delle popolazioni con coloni italiani.
In questo contesto è ben presente Giuseppe Cossetto, padre di Norma Cossetto.
Cossetto è un dirigente fascista, è stato Commissario Governativo delle Casse Rurali e con questo ruolo espropria terre a centinaia di contadini, diventando poi Ufficiale delle Camice Nere.
A rafforzare il nazionalismo anti-italiano è ancora il fascismo che dal ’41 inizia ad annettere territori di Croazia e Slovenia con una serie di crimini di guerra, rapine, uccisioni, ricorrendo ad ogni mezzo per snazionalizzare e occupando le terre, provocando inevitabilmente l’ostilità delle popolazioni.
La caduta del fascismo
Con l’8 settembre arriva la caduta del fascismo, Norma ha 21 anni, sta studiando, vuole laurearsi.
E’ in quel momento che le popolazioni slave, che avevano subito soprusi fino a quel momento, iniziano una forte repressione vendicativa sugli italiani dell’Istria infliggendo gravi violenze.
Così il popolo slavo, mentre i Nazisti con l’operazione Nubifragio rastrellano l’Istria incendiando e uccidendo circa 2500 persone molti dei quali civili, continuano le loro azioni vendicative.
Norma viene arrestata e durante il suo arresto non riuscendo a rinnegare le proprie idee fasciste, subirà tremende violenze e torture e la notte tra il 4 e 5 ottobre, insieme ad altri prigionieri, viene condotta a villa Surani e gettata in una foiba.
I nazisti riconquistato il territorio recuperano anche i corpi in fondo alle foibe, tra cui quello di Norma e per ritorsione costringono 17 uomini presi a caso a vegliare il suo corpo ormai in stato di decomposizione per tutta la notte.
Tre di loro impazziscono, la mattina all’alba i nazisti li fucilano e li gettano, a loro volta, nella foiba in cui era Norma.
Questa è una parte, molto complicata, della storia di quel momento e la storia di Norma.
Una storia di vendette, violenza, odio. Chi ha ragione? nessuno
Ma è fuori discussione che Norma muore perché figlia di un fascista, perché cresciuta in un ambiente e con un educazione fascista che non riesce a rinnegare.
Norma muore per la spirale di odio generata dal perpetuarsi di anni di soprusi e violenze che i popoli dell’Istria hanno dovuto subire per decenni, è stata uccisa dall’odio creato dalle divisioni, dal fanatismo, dalle discriminazioni, è morta per colpa del totalitarismo e della repressione.
Inutile nascondersi dietro alle ideologie. Questa è la verità.
E quando si vogliono paragonare i colpevoli agli innocenti, le vittime ai carnefici, paragonare chi aveva pensieri marci come la pulizia etnica o la purezza della razza con chi ha reagito anche con violenza a tutto questo, si offende la memoria di tutti quelli che come Norma hanno perso la vita per la colpa di essere nati e cresciuti in un paese impregnato di odio.
Chiudo con le parole del mio amico partigiano Pillo “Noi si combatteva per la vita non per la morte. Loro erano quelli della morte, noi eravamo quelli della vita, per tutti.”
Norma Cossetto è così un monito per tutti, di quanto la discriminazione e la violenza porti solo odio e vendetta, che non è altro che morte e distruzione.
Poi c’è la storia di Tito, e della Giornata del Ricordo, che inizia con la fine della guerra.
Ma questa, come si dice in alcuni film, è un altra storia.

Mi permetto di dire che la ricostruzione che leggo qua sopra non mi piace. In foiba ci finirono innocenti. Se conosci gli istriani (italiani, Sloveni o croati poco importa) ti spiegano bene che i fascisti, salvo rare eccezioni, furono i primi a scappare davanti all’avanzata titina. I progetti annessionistici jugoslavi andavano ben oltre le rivendicazioni ed i rancori locali. Se leggi Gilan ed altri ideologi titini si dichiara in maniera molto chiara che gli italiani in quelle zone (Istria, Fiume e Zara) erano troppi per giustificare un’annessione davanti alla comunità internazionale. Si parla difatti di percentuali intorno all’80% nelle parti costiere. Il disegno fu spietato e razzista. Così come spietato e razzista fu l’orrido regime fascista. Ma non facciamo confusione. Gli italiani in foiba ci finirono in quanto tali, non perché fascisti. Suggerisco letture su Porzus e sulla strage di italiani di Vergarolla – Pola, in tempo di pace a guerra finita. Il continuare a negare alcuni elementi non contribuisce ad una corretta ricostruzione storica.
Ciao Mattia, nel mio post non parlo di “soli fascisti nelle foibe” parlo della Cossetto e la parte di storia che va dall’8 settembre del ’43 al 9 Ottobre del ’43. La storia generale delle foibe è molto ampio e complicato da districare, per questo non mi ci sono addentrato. In questo post mi fermo alla storia della Cossetto e le cause per cui lei ha pagato. Non c’è dubbio che nella ritorsione di vendetta anti-italiana che accenno nel post dei mese di settembre/ottobre del ’43 pagano anche Italiani solo perchè Italiani! Va’ detto che ci sono fasi diverse dell’infoibamento che non ho volutamente affrontato perchè non era il tema del post e dell’intitolazione di stamani.
Mirco, la precisazione che ho sentito il bisogno di fare è riferita fondamentalmente alla frase “Norma, non riuscendo a rinnegare le proprie idee fasciste” fu violentata ed infoibata. Norma, era figlia di un fascista, non era militante fascista. E l’abiura di quell’idea non l’avrebbe mai salvata dall’orribile sorte che purtroppo le toccò. Sul resto, ossia che i fascisti seminarono violenza e umiliazione è un dato storico. Così come lo è, ed è stato ricordato più volte dai Presidenti Napolitano e Mattarella, la pulizia etnica ai danni degli italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia. In quel contesto storico si inserisce questa tragedia. Altrimenti la descrizione suona come una vendetta privata su una militante fascista. E so che non è tuo intento farla passare così.