da Mirco Dinamo Rufilli | Mar 1, 2019 | Blog
Domenica andrò a votare alle primarie.
Come ho sempre fatto da almeno 10/12 anni a questa parte.
Lo faccio perché il PD checchè se ne dica è rimasto al momento l’unico partito che riesce a racchiudere un pensiero che prova a stare sopra le nuvole della rabbia.
Si, certi personaggi fanno passare la voglia, certo, si può fare meglio, molto meglio…sicuramente, ma non è stando fuori a criticare e a vomitare rabbia che si può migliorare la situazione.
Questo è quello che mi dissi 5 anni fa quando mi chiesero di portare il mio contributo al quartiere.
Adesso è arrivato il momento di decidere da che parte stare, e non soltanto da che parte stare a livello politico, ma da che parte stare a livello umano.
E’ innegabile e sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo nel nostro paese, si può far finta che si stia scherzando, che non vero, ma i dati parlano chiaro e i numeri sono numeri, non opinioni.
Non dirò per chi voterò a differenza di molti miei compagni di partito o di viaggio, non lo dirò perché semplicemente non voglio far parte del giochino dell’ultras, del tifoso accanito, in questo momento c’è bisogno di stare uniti e se una qualsiasi cosa può dar noia all’unità io me ne guardo bene dal farla.
Anche perché non è importante per chi voto io, è importante partecipare numerosi, è importante determinare una linea, una condotta, un modo di interpretare i bisogni delle persone, non dobbiamo aver paura a parlare di popolo, di disuguaglianze, di povertà .
Siamo il partito che arriva da quello, dal populismo in senso alto del terminee non dal becerismo camuffato da populismo (e non soltanto a 5S naturalmente..)
Andiamo alle cene sociali, alle partite di calcetto degli amici, troviamo il tempo di stare con chi non la pensa come noi, torniamo nei bar, nei locali, parliamo con quelli che non sono dei nostri, non chiudiamoci nelle stanze, nei circoli e nei palazzi a parlare tra di noi.
Mettiamo la testa fuori anche senza gazebo e senza elezioni o primarie, non dobbiamo aver paura ad essere umani!
Augh.
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 22, 2018 | Blog
“Le Americane sono extracomunitarie. I carabinieri Italiani. #foppeddivvelo“
Questo era il mio post facebook. Una provocazione, certo, e chi mi conosce lo sa.
Una provocazione sul come gestiamo e affrontiamo le situazioni in relazione a chi fa che cosa.
Uno stupro è uno stupro e la violenza fisica perpetrata su persone più deboli (che siano donne, bambini, anziani, uomini in difficoltà è la stessa cosa) è uno degli atti più vili che si possa commettere.
Altra cosa è il giustizialismo da social, che fa schifo.
Perché è giustizialismo da “du euro”, da bar e fatto da gente da bar, come sono io per carità.
Ma dovremmo avere il buon senso di non spingerci oltre la semplice ricerca della verità delle cose e degli eventi, e usare fonti certe e autorevoli.
Insomma dovremmo prenderci meno sul serio a volte, ritornare sul pianeta terra della normalità, mollando il piedistallo del “son ganzo perché se dico “risorsa” mi mettono i like” e cercare la verità prima di condividere qualsiasi bischerata si trovi su Facebook.
Ma è quest’idea, che le opinioni sono verità, che butta tutto in caciara, sparando numeri senza dati, senza riscontri, perché meglio il casino che il niente, perché nel buglione qualcuno abbocca.
E tutto sempre per i soliti like, che poi si possono tramutare in voti.. e per alcuni in soldi con il clickbait, caro a qualche famoso blog.
È così che l’opinione di un qualsiasi signor nessuno diventa più forte di fior fiori di medici, scienziati, giudici, costituzionalisti e avvocati che hanno studiato tutta una vita su un argomento. Anche questo è deprimente.
Sopratutto per chi ha passato una vita su un argomento e si vede beffeggiato, insultato, offeso e delegittimato del ruolo da baristi, parrucchieri e muratori, con tutto il rispetto per i miei mestieri di gioventù (a parte il parrucchiere)
E mentre spariamo sentenze già passate in giudicato sulla malaria che è stata portata sicuramente dagli immigrati senza aspettare le indagini mediche, attendiamo fiduciosi il lavoro dei magistrati e le indagini sui due carabinieri.
E mentre siamo certi che i vaccini causano la morte della maggior parte dei bambini, crediamo alle scie chimiche e alle Sirene, che gli attentati siano spot cinematografici e che i campi di concentramento non siano mai esistiti. Roba da matti, ma siamo inzuppati di qualunquismo e idiozie ogni giorno, in ogni momento.
Difficile salvarsi dalla falsità delle persone e delle notizie.
Al circolino c’è sempre stato l’imbecille di turno che “poerino un capisce nulla” e allora quando arrivava ti allontanavi… ecco, Facebook li ha raggruppati tutti, li ha fatti alleare e insieme hanno aperto il loro circolino, dove si ritrovano con pagine inutili, dove si incattiviscono, fomentano, dove si fanno male a vicenda, alla fine si dividono finendo per odiarsi su tutto.
Tutto questo non fa bene, a nessuno. Non fa bene alla politica, alle persone, agli eventi, alla giustizia, ma nemmeno all’essere umano in generale.
Oggi il grande circolino condanna, uccide, massacra e spesso delegittima qualsiasi professione a suon di “è così” con commenti razzisti, beceri e degni dei peggior bar di periferia.
Fascisti che tornano alla ribalta e che manifestano di essere fascisti, fascisti che pensano di non esserlo ma che poi sono peggio di quelli veri, quelli che “le donne vanno difese” e poi danno della puttana alla Boldrini. Fate schifo.
Si punta sempre di più il dito sul chi e sempre meno sul cosa.
La legge deve essere uguale per tutti: indagini, processo, condanna o assoluzione. Punto.
E anche l’approccio alle notizie deve essere questo.
Ma come piace che sia un “negro” o una “risorsa” a stuprare una “nostra” donna per poter affermare le nostre teorie complottistiche e razziste… con titoli di giornali destroidi e fascisti.
Anche basta.
È arrivato il punto di schierarsi seriamente da una parte o dall’altra e le squadre sono solo due, chi sta con gli esseri umani a prescindere e chi no.
Non ci sono altre squadre, non c’è “sto con loro peró, ma..” no, non ci possono più essere ancora dei “ma” a dividere.
E se stuprano una donna, torturano un uomo, rapiscono un bambino è pari, di qualsiasi mondo sia, di qualsiasi ceto sia, in qualsiasi parte del mondo abbia i suoi piedi appoggiati o in qualsiasi parte del mondo li voglia appoggiare.
Se poi vi serve tanto cercare una scusa per la vostra frustrazione personale, cercatela dentro di voi, e insegnate ai vostri figli l’uguaglianza e non la libertà, perché al grido di libertà ci sguazzano spesso quelli che la libertà è sparare al ribasso su argomenti come l’umanesimo attivo e la compassione, che non vuol dire pietismo.
Il pietismo era usato durante il fascismo nei confronti di chi difendeva gli ebrei, oggi è stato coniato il “buonismo”, per indicare persone che credono nei valori dell’essere umano in quanto tale, e che prendono le difese dei più deboli.
Credere negli esseri umani, nella loro fallibilità, nella loro bontà, ma anche nella loro uguaglianza, è un principio fondamentale che una città come Firenze non può e non deve dimenticare mai.
Augh.
da Mirco Dinamo Rufilli | Giu 22, 2018 | Blog
Prendo in prestito una frase di Papa Giovanni XXIII: “Il superfluo si misura dal bisogno degli altri.”
Questo pensiero ha in se il concetto della relazione con gli altri.
A volte riteniamo superfluo, nel nostro modo di comportarci e/o relazionarci con gli altri, alcuni comportamenti e/o parole dette.
Basandoci sulla nostra esperienza personale e sulla nostra vita, ci comportiamo in una certa maniera, ma parole e gesti che per noi possono essere superflui, per altri possono diventare importanti o dolorosi, proprio così.
Questo penso avvenga sopratutto per il concentrarsi troppo su se stessi, per il desiderio subdolo di accreditarsi con chi comanda in quel momento o gestisce in qualche maniera qualcosa di nostro interesse.
Troppo spesso ormai non parla più la ragione, ma il proprio ego o la propria posizione.
Nel Buddismo si parla della teoria dei Dieci Mondi, cioè stati vitali che ognuno possiede e che vanno da quelli più bassi a quelli più alti come la Buddità: uno stato vitale in cui gli esseri umani sono illuminati, cioè percepiscono la vera entità delle cose che gli accadono intorno. (in parole povere eh!?)
Nei Mondi più bassi troviamo l’Avidità, la Collera e la Stupidità, collegati tra loro e chiamati i tre Veleni.
L’avidità è l’ingordigia, l’insaziabilità, non soltanto economica, ma di potere, di gloria, di successo.. di Mi piace su Facebook… l’insaziabilità che porta a fare azioni stupide, che portano insoddisfazione e che crea, a sua volta, collera, rabbia, gelosia, frustrazione verso gli altri, verso se stessi, e allora altre azioni.. spesso stupide ancora per recuperare stima, gloria, successo.. e il cerchio continua.. creando caos interiore ed esteriore, finché non riesci a rompere questa catena mirando ai mondi più alti.
Anche alla base della politica, soprattutto della politica visto che tratta le questioni degli esseri umani, dovrebbe esserci lo spirito di comprendere i bisogni degli altri, del mettersi in gioco, del parlare di futuro per il bene comune e per una visione di società di insieme fatta di tanti “noi” e non di tanti “io”.
E questo può avvenire soltanto mirando ai mondi più alti.
Perchè tanti piccoli io non ci aiutano, ci distruggono.
Augh.
da Mirco Dinamo Rufilli | Nov 28, 2016 | Blog
Non sono un nostalgico convinto, o almeno, in parte lo sono.. ma sono un nostalgico delle storie romantiche, delle avventure che sembrano romanzi inventati, nostalgico di momenti storici che sembrano così impossibili da essere veri.
Non ho mai esaltato la vita di Fidel, o il suo modo di governare Cuba, non ho neanche esaltato quella di Che Guevara se è per questo.
Non ho mai avuto una maglia rossa con la sua faccia o il diario con scritto “Hasta la Victoria” anzi, ho sempre pensato che facessero parte delle cose da non avere, come la maglia di Jim Morrison trasformato in eroe di non so che cosa e per quale motivo.
Nasco buono, cresco incazzato. La vita inizialmente mi sorride poi qualcosa va storto e mi storco anch’io.
E così fino a circa 25 anni ho pensato, sinceramente, che in alcuni casi e in alcune storie o in alcune nazioni o società o momenti storici, la rivoluzione armata fosse davvero indispensabile, necessaria.. o l’unica soluzione. Sicuramente sbagliavo.
Sicuramente perché poi ho conosciuto la Rivoluzione Umana.
La rivoluzione umana, basata sul miglioramento personale per il bene comune e sociale.
La rivoluzione umana è un romanzo scritto da Daisahu Ikeda, ma sopratutto è un concetto di vita, una volta scoperto questo ho approfondito tutto quello che esisteva in quella direzione, Ghandi, Luther King.. il nostro Aldo Capitini e tutti i grandi e non che portavano e portano avanti la teoria non violenza.
E così ho scelto definitivamente da che parte stare. Era la fine degli anni ’90.
Ma Fidel non è pace, Fidel è guerra, Fidel incarna il sogno di rivoluzione, di ribellione nei confronti dei potenti, impersonifica il coraggio di partigiani che muoiono per la libertà lottando contro l’oppressore che tiene un popolo in ostaggio.
E questo è affascinate, è affasciante come Davide e Golia, come Rocky contro Apollo Creed, come
Ulisse contro Polifemo.
E Cuba è stato questo, un popolo oppresso da un dittatore (Batista) costruito e manipolato dagli Usa; Un po’ quello che è successo in quegli stati dove tutt’ora, sempre gli Usa, provano ad esportare la democrazia dopo averci messo dittatori, averli uccisi e averne messi altri..
Libertà per il proprio popolo e la propria patria, quante storie controverse ma piene di amore e coraggio.
Ci rivedo i nostri partigiani.. che sugli Appennini preparavano strategie di combattimento, ed è per questo, che nonostante ripudi la guerra, trovo incredibilmente affascinante la storia dei Barbudos che in soli 82 a bordo della Granma, provano a combattere il dittatore, che i soli 12 sopravvissuti, tra cui Fidel, Raùl, el Che e l’italiano Gino Donè conquistano via via il popolo di villaggio in villaggio fino a sconfiggere il tiranno e il 1 gennaio del ’59 entrano trionfanti a l’Havana in festa, finalmente liberata. Una storia che ha dell’incredibile. Davide che sconfigge Golia.
Il resto poi è storia di governo, di politica.. e di Poteri forti che meriterebbero un libro.
Ma la storia dice che gli Stati Uniti proveranno il tutto per tutto, per togliere Cuba di mano a Fidel, attacchi notturni (baia dei porci) durante la guerra fredda.. avvelenamenti e attentati. Fino al ’59 gli Stati Uniti controllavano e gestivano il petrolio dell’Isola, le miniere, le centrali elettriche e un terzo della produzione della canna da zucchero.
Ma Fidel è stato un dittatore. Certo.
Cuba era una nazione del terzo mondo, che senza regole ferree sarebbe rimasta come è tutt’oggi il Congo, sfruttato dall’occidente per le ricchezze che ha e lasciato a marcire nelle loro miserabili malattie.
Cuba invece no, Cuba grazie alla rivoluzione è diventata una nazione con medici efficienti, sanità publica, istruzione per tutti, quale? come? quanta? …è davvero importante?
Se è così importante dovremmo anche chiederci ogni giorno se una dittatura che apre le università e gli ospedali è meglio o meno di Boko Haram in Nigeria, dovremmo chiederci quanti regimi ci sono nel mondo tutt’ora che non danno quello che il regime Cubano ha dato al suo popolo.. ma non ce lo chiediamo, ma non ce lo chiediamo.
Come siamo buffi a volte, spesso facciamo considerazioni a caso..un tanto al chilo.
“In quanto a me so che il carcere sara’ duro come non lo e’ mai stato per nessuno, pieno di minacce, di vile e codardo rancore, pero’ non lo temo, cosi’ come non temo la furia del tiranno miserabile che ha preso la vita a settanta fratelli miei. Condannatemi, non importa, la storia mi assolvera’.
Hasta la victoria siempre, Fidel.
(parte del Discorso tenuto al Tribunale di Cuba il 26 luglio 1953 dopo l’arresto per Insurrezione)
da Mirco Dinamo Rufilli | Set 16, 2016 | Blog
Firenze ha vinto, Firenze è andata a festeggiare la fiorentinità portata al grande successo da Leonardo Pieraccioni con Il Ciclone con quelle battute che ogni giorno, in ogni bar dell’oltrarno, ancora resistono.. Resistono al tempo che passa, a chi non le vuole più sentire perché sta male.. resistono al kebab, ai panini, ai ristoranti e all’Ikea.
Se tu se buho dillo, ma che ti sei pitturato i cervello… e poi decine e decine..
Firenze ha deciso, ha detto: Noi vogliamo questo!
Vogliamo vivere le piazze.. i grandi eventi dei primi dieci giorni di Settembre che ci sono stati sul Quartiere 1 chiedono a gran voce questo.. La rificolona, Il Ciclone.. chiedono tradizione, Chiedono che Firenze venga onorata anche per quello che è popolare!
Popolare non di successo.. popolare da popolo.. becero, artigiano.. quello del vaia bischero
Certo, Firenze non è, e non può essere, solo tradizione è anche futuro, contemporaneità, ben venga la mostra di Ai Weiwei con i Gommoni appesi a Palazzo Strozzi a ricordarci il dramma dei migranti.. ben venga la storia, non solo nostrana, raccontata a San Miniato con Spoon River e le musiche di De Andrè.. ma mi chiedo…
Quanto popolo si colpisce.. quanto popolo si include e coinvolge dentro a queste iniziative.. non c’è il rischio di diventare elitari, chiusi dentro ad una cerchia dove solo pochi eletti possono capire e vivere la grandezza della cultura?
Niente può essere lasciato indietro, tutto deve poter arrivare a tutti.
Firenze è sempre stato questo, i concerti classici in Piazza Repubblica, gli autori Rock anni 90..e Marasco.
Non è un caso se Lorenzo Baglioni giovane cantautore Fiorentino con le sue canzonette (non me ne voglia ma è un complimento!) piene di fiorentinità, ha successo.. e che bellezza.. Era l’ora!
Chi dimentica da dove arriva non ha futuro.
E’ qui che la politica deve entrare di prepotenza.
Guadare al futuro, non dimenticando il presente e tenendo un piede nel proprio passato.
Grazie a queste serate, lo scorso anno Amici Miei e quest’anno con il Ciclone..
Firenze ha detto con forza: Non vi scordate di me!
E noi non ce ne scordiamo. W Firenze.
Augh.
da Mirco Dinamo Rufilli | Ago 1, 2016 | Blog
C’è un modo strano di percepire gli eventi.
Spesso dipende da chi le fa e non da cosa fa.
Martina ha 55 anni, è in villeggiatura con la famiglia.
Agostino ha 30 anni ed è l’assassino.
Una storia Italiana, fatta da Italiani, creata e montata da una rabbia che non vede altro che i propri desideri da soddisfare, Martina che non vuole che la figlia minorenne frequenti Agostino.. glielo dice, quasi glielo impone.. lei lo lascia, lui si ribella, chi è lei per impedirmi di vedere quella che amo?
Un altra storia è quella di alcuni giorni fa a Varese..
Loretta 54 anni, colpita a martellate e poi strangolata dal marito di 45.
Queste sono solo alcune delle ultime storie successe.
Da Gennaio, in Italia, sono state uccise 74 donne
74 donne in 7 mesi,
10 al mese
2 a settimana.
1 ogni tre giorni.
Andate a vedere i volti e le storie
Cioè, in Italia, una donna viene uccisa ogni tre giorni, sgozzate, strangolate, uccise a martellate.
Si chiama Femminicidio, cioè quando un uomo uccide una donna in ambito familiare.. in ambito del sentirsi in diritto di possedere la donna che ama, che sente e crede di comandare e decidere le sorti di chi gli sta accanto e non solo.
A volte vedo quei video di arabi-musulmani (così ce li vendono) che aggrediscono la propria moglie perché si è azzardata a parlare, oppure dove padri che si sentono portatori della verità uccidono la figlia perché li ha disonorati, scene incredibili..rimango allucinato, poi leggo commenti:
fatela voi l’integrazione con questi..
No. Io non la voglio fare con loro.
Ma nemmeno con Agostino di 30anni che ha ucciso la madre della sua ex, nemmeno con Antonio che ha ucciso la moglie di 36 sgozzandola, ma nemmeno con Salvini che per proselitismo politico paragona una donna ad una bambola gonfiabile, ma nemmeno e sopratutto con Monica Bars , donna, che dichiara la Boldrini va eliminata fisicamente:
Ma dai… si scherzava… che sarà mai dire, uccidiamo una donna, nessuno mi prenderà mai sul serio.
Si scherzava un par di palle.
Allora mi chiedo:C’è così tanta differenza di cultura?
Siamo davvero così avanti?
oppure.. finché lo facciamo noi italiani va tutto bene?
Io due domandine serie me le farei.
#stopfemminicidi #mircodinamo