da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 28, 2016 | Blog
Ciao Carla.
Carla Pieraccini era la responsabile dell’ufficio cultura del Q1.
Carla era quella voce gentile che rispondeva al telefono, che aiutava chiunque avesse voglia di organizzare un evento o di proporlo.
Carla purtroppo Giovedì scorso se ne è andata… e se n’è andata così, in silenzio, in un attimo..
perché è così che a volte succede, andiamo via in un attimo.
Si in un attimo andiamo via… ma in un attimo non va via il resto, quello che sei stato, quello che hai detto, fatto o urlato al cielo, al mondo.. al tuo credo.
Questa mia nota vuole essere soltanto un ringraziamento ufficiale e pubblico a lei, che mi ha aiutato in questi due anni a realizzare cose bellissime, di cui lei era orgogliosa e felice e vuole essere sopratutto, un ringraziamento per quella sua gentilezza e pacatezza con cui affrontava chiunque, anche chi a volte te le leva dalle mani come diceva lei..
Mi rimangono i suoi grazie, prego.. gli scusami sinceri che faceva prima di ogni telefonata, mi rimane quella sua cura dei dettagli e dei particolari.. perché sono sempre quelli a fare la differenza.
A settembre faremo due grandi eventi, uno è la Rificolona in S.S. Annunziata il 7 Settembre, di cui lei era follemente innamorata e che quest’anno gli tributerà un ricordo speciale.. l’altro è una sorpresa.. anzi.. è LA sorpresa.. intanto annotatevi Lunedì 12 Settembre Piazza Santo Spirito, lei ne sarà felicissima.
Ciao Carlina.
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 18, 2016 | Blog
Luca ha 37 anni, vive ad #Olbia, insieme al fratello e al padre.
Ha dei problemi cognitivi fin dalla nascita.
Chi lo conosce lo sa, chi lo vede lo sa. Chi lo incontra poco dopo lo capisce.
Ma non è servito.
Luca domenica mattina all’alba viene aggredito da chi gli aveva fatto credere di essere suo amico, da chi lo aveva portato in discoteca.. da chi magari, per la prima volta, lo aveva fatto sentire accettato, uno di loro.. chissà, magari avrà pensato meno male qualcuno mi cerca..
Invece no.. forse lo avevano portato con se solo per avere il divertimento della serata a portata di mano.. nel video si sente solo una ragazza dire basta.. si vede un amico con un bicchiere in mano passare e guardare.. ma nessuno che stoppa in tempo il bullo, il bullo.. lo stronzo. Perché ognuno deve avere il nome che si merita.
Bullo.. qui non si tratta di ragazzini alle prime armi con gli ormoni, con la voglia di affermarsi nel mondo, spintonando il ragazzetto più debole..no.. qui non si tratta di bulletti da scuola che vogliono sembrare fighi davanti alla bona della classe.. no.. qui si tratta di adulti non cresciuti che credono di essere ganzi ma che in realtà sono dei poveracci.
Il #bullismo è sicuramente una delle cose più gravi cresciute negli ultimi anni, si stima che oggi un ragazzo su due nell’età della scuola superiore subisce atti di bullismo verbale.
Personalmente penso sia parente stretto.. se non figlio.. di questo continuo alimentare un mondo che mette sempre più in competizione gli uni agli altri, facendo sentire spesso inadatto un ragazzino se non è troppo social o alla moda.. perché il bullo da scuola esiste ormai da anni, anch’io ho subito e anch’io lo sono stato.. (ahimè) …ma l’inadeguatezza al mondo dato dal ritorno del web no.
Suicidi per pagine create di prese in giro, per montaggi video ignobili, per creazioni di notizie false.. il #cyberbullismo…
Il sentirsi inadatti allontana sempre più le persone.. porta insicurezza… che rende indifesi e deboli.. e chi si sente debole… si sente sempre più solo.. ed è lì che è più facile lasciarsi andare.
Questa storia forse, non è argomento di #bullismo schietto… ma più storia di solitudine, di malessere, di indifferenza, che sempre più colpisce tutti.. che sempre più ci fa rimanere zitti davanti alle ingiustizie..
E allora dov’è la giustizia etica e morale dell’essere umano? Dov’è finito il senso di appartenenza alla categoria difendo i più deboli?
Il bullismo nasce negli anni 70.
Ma la superficialità quando? la leggerezza con cui non ci prendiamo le palle in mano e diciamo basta davanti a roba del genere?
Mi fa incazzare il ragazzo che colpisce Luca e che lo lascia lì a terra, ma mi fanno schifo gli altri, quelli che se la ridono, quelli che poi rientrano in macchina.. che vanno via.. magari a fare colazione insieme..con qualcuno che magari avrà pensato anche: cazzo abbiamo lasciato Luca lì da solo, a terra, in un parcheggio.. ma che però non è tornato indietro… perché il video finisce in 40 secondi, ma la storia no.
E’ l’indifferenza il male di questi anni, la superficialità e la mescolanza delle cose che alimenta la confusione.
I veri duri difendo i deboli.
Gli stronzi invece, restano stronzi.
#bullismo #olbia #video
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 15, 2016 | Blog
Ancora una volta.
Le notizie arrivano frastagliate, sono le 2.06 di giovedì sera, leggo giornali che battono notizie velocemente e ad ogni aggiornamento aumentano i corpi rimasti sul lungomare.
Si, il lungomare di una città di mare, in pieno luglio in una serata di festa nazionale.
L’ennesima città colpita dalla follia umana, dalla follia dell’odio e del rancore.
L’ennesima città fregata e uccisa nel momento del divertimento.
Non basterà dire “andiamo avanti” o ” non ci fate paura”.. perché di paura ne abbiamo già.
Non basterà dire cosa vogliamo e possiamo fare per difenderci.. abbiamo già detto tutto.
Adesso cosa diremo.. forse ci chiederemo solo dove e quando toccherà anche a noi.
Anche cercare dietrologie, giustificazioni, morali o vendette adesso non servirà a niente e nelle prossime ore avranno parola solo quelli con la soluzione in tasca, pronti a pontificare su tutto… pacifisti convinti o guerrafondai.. i Je sui Nizza, e “negri di merda”, gli “islamici bastardi e i facciamoci un parcheggio..” nessuno che si fermerà, un minuto, nessuno che penserà: ma dove stiamo andando? Riempiranno social e blog con sentenze e giudizi da difensori della giustizia e detentori della verità stile Trump.
E il problema nel problema sarà che nessuno potrà fermarli, questi fenomeni da social.
E così il circolo di odio si crea si fomenta e crea a sua volta ancora odio.
In questi momenti avere fiducia nel futuro è l’atto più difficile da fare, ma è anche quello più importate e utile.
Perché è in questi momenti che dovremmo, quasi per forza, provare, ancora una volta, ad andare oltre le proprie paure, le proprie rabbie e il proprio odio… cercando, con sforzo, di tramandare pace, tranquillità e rispetto.
Fermiamoci porca miseria, pensiamo e fermiamoci, partecipiamo attivamente al cambiamento del mondo in cui viviamo, guardandoci un po’ intorno.
Ma poi… dove cazzo corriamo?
Sono le 2.24. I morti adesso sono 80.
#nizza #stophate #terrorismo
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Sonia Guidi, una brava persona, non è tra loro di Nizza, ma se n’è andata oggi nel silenzio incasinato della nostra città e la volevo salutare. Ciao Sonia un caro abbraccio.
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 8, 2016 | Blog
Siamo a Lemoore, nella South Valley californiana.
Lei potrebbe chiamarsi Grace, potrebbe perché ancora non sappiamo il suo vero nome. L’unica cosa che sappiamo è che aveva 3 anni ed è morta per un colpo di pistola alla testa.
Siamo sempre a Lemoore, nella South Valley californiana.
Una famiglia va in visita alla casa di amici, babbo, mamma due figlie.
In quel momento la piccola Grace rimane sola nella camera da letto e per la curiosità di tutti i bimbi apre un cassetto.. rovista in cerca di qualcosa che gli dia soddisfazione.. un gioiello, un rossetto.. una maglia larga da mettersi addosso per poter poi far sorridere mamma e papà.
Grace continua la sua ricerca, quando in un angolo di un cassetto trova un oggetto nero, luccicante, chissà cosa avrà pensato.. “ohhhhh e che cos’è…” l’avrà girato, incuriosita da quel buco nero che non sappiamo dove va a finire… “che ci sarà li dentro?”…una piccola pressione… fa partire la pallottola che la colpisce alla testa. Basta un colpo.
Siamo negli stati Uniti, paese libero, democratico, salvatore del mondo che non riesce a salvare se stesso. Perché siamo sempre lì, negli U.S.A. mentre vengono uccisi 2 afroamericani apparentemente già disarmati e già in stato di arresto.. siamo sempre lì dove per le ritorsioni 5 agenti vengono uccisi stanotte nelle proteste.
Non sono i numeri e basta che devono spaventare, anche se 100 morti l’anno per incidenti domestici con armi da fuoco tra i minorenni sono tanti.
Ma è la facilità con cui il far-west ancora vive nelle loro menti.E’ la facilità con cui pensiamo, anche in Italia, che dovremmo avere tutti un arma in casa “per difendere la nostra famiglia” pensando di riuscire a difenderla solo così.
La nostra famiglia la difendiamo insegnando valori, insegnando a difendersi dai balordi cambiando strada, manifestando disprezzo per le guerre e la violenza, tramandando gli errori perché non si ripetano, diventando noi stessi difensori della vita.
Grace quella vita, non ce l’ha più.
#california #dallas #armiusa #afroamericani
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 7, 2016 | Blog
Emmanuel e Chinyery camminavano. Finalmente si sentivano liberi, erano ancora insieme dopo che le truppe Boko Haram avevano messo a ferro e fuoco il loro paese in Nigeria, ucciso i genitori di lei facendo esplodere una chiesa e ucciso anche la loro figlia di due anni.
Già questo sarebbe bastato in una vita ma..
Emmanuel e Chinyery fuggono e passando dalla Libia vengono picchiati, derubati, maltrattati, riescono comunque a saltare su un barcone della speranza verso la Sicilia ma nella traversata Chinyery perde il figlio che porta in grembo e perde così anche quella piccola speranza che portava dentro di se di ricreare una famiglia, quella famiglia che rincorre da anni anche se di anni ne ha solo 24.
Emmanuel e Chinyery arrivano comunque a Fermo nelle Marche, mons. Vinicio Albanesi li accoglie, nonostante non abbia più posto nel suo seminario .. ma vede in loro una storia tragica, una coppia infinitamente colpita dagli eventi.
Emmanuel e Chinyery finalmente si sentono sicuri, camminano in strada e si sentono finalmente sicuri, in una terra creata anche da uomini che hanno lottato per la libertà, contro l’oppressione e contro le divisioni.
Ma non è così.
Le divisioni invece ancora esistono e vengono fomentate ogni giorno da frasi, gesti, pronunciate da persone che vogliono e devono mantenere uno status per interessi personali siano essi politici o economici. Ed è così che la rabbia cresce a dismisura, foraggiata anche da bufale social, video bugiardi, notizie false, che fanno la ricchezza di alcuni, sulla pelle di altri.
Emmanuel diventa una vittima, si una vittima del razzismo Italiano, non ci sono altre parole.
Vittima di quelle parole “Io non sono razzista ma..”
Emmanuel è morto perché era negro e perché Chinyery una scimmia.
Questa è la verità.
Un’altra verità è che questa non è l’Italia della democrazia, dell’uguaglianza, l’Italia fatta dai padri costituenti e che loro immaginavano potesse diventare dopo anni di buio, non è quell’Italia li… Oggi in Italia muoiono ancora le donne uccise da piccoli uomini inutili, muoiono bambini gettati da palazzi per nascondere barbarie che gli sono state fatte dai parenti… In Italia muoiono i più deboli… continuamente;
E siamo davvero così diversi dal resto del mondo?
Oggi pomeriggio Emmanuel morirà e Chinyery rimarrà sola.. sola con i ricordi di una guerra che ha vissuto fino in fondo, una guerra che non trova pace in nessuna parte del mondo.
Chinyery ha deciso di donare gli organi di Emmanuel… organi che non hanno colore e non hanno razza e se ci fosse un po di giustizia, quel suo cuore sofferente ma pieno di speranza, dovrebbe andare a qualcuno di quelli che un cuore ce l’hanno, ma mangiato dall’odio e dalla violenza.
ciao Emmanuel.
#stophate #emmanuelechinyery #fermo #stoprazzismo
da Mirco Dinamo Rufilli | Lug 4, 2016 | Blog
La nazionale che gioca e che oscura Dacca.
9 Italiani uccisi, offuscati da 11 che si giocano un europeo.
E’ questa la sensibilità maggioritaria degli italiani, non c’è storia, è qui che viene fuori in realtà l’importanza che diamo alle vittime, siano esse straniere o Italiane.
E non dite che ormai siamo abituati alle stragi ed è per questo che…
Social Intasati da rigori battuti con i ginocchi e da nessun “laggiù facciamoci un parcheggio” o “Musulmani di merda”… e questo non perché tutto di un tratto siamo diventati buoni e belli..no, certo che no.
Mi chedo: Ma se fosse stato un momento di silenzio, di notizie deboli, di giornali con su scritto cazzate dette e ridette, la notizia dei morti italiani a Dacca, cosa avrebbe scatenato? Sarebbe stata sicuramente la manna dal cielo per giornalisti e persone che in ogni strage e vittima della follia umana vedono un opportunità di slancio o politica o di vendita, che tristezza. Invece no.
Rimaniamo con negli occhi i rigori di Zaza e Pellè, che adesso saranno: uno ad ingelatinarsi il ciuffo e l’altro a rasarsi quel poco che gli è rimasto in testa, su qualche spiaggetta caraibica.
E non importa, questa volta, se erano musulmani ed hanno ammazzato italiani.. non importa, perché gli italiani hanno perso, ma non la guerra della dignità, la partita con la Germania.
#dacca #terrorismo #euro2016 #pellè #nazionale
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