
Si ai tamponi veloci nelle scuole!
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La vita SocialE al tempo del virus è cambiata in un attimo e il momento è quello che è.
Se ce l’avessero raccontato non ci avremmo creduto. Un virus che ci costringe a stare chiusi in casa e a lottare contro il tempo per salvare vite umane. Un film si, un film.
Questo Virus ci allontana dagli altri, come se non fossimo già stati abbastanza lontani l’uni dagli altri, negli ultimi anni. Ma così è.
Social, tv a pagamento, distanze sociali.
Oggi qualcuno parla di avvertimento da parte della terra, una terra che si ribella contro l’essere umano egoista, che non pensa a salvaguardarla.
Che la incendia, la deruba delle sue ricchezze, che non la rispetta. E se fosse invece un passo ancora avanti verso l’egoismo?
Un passo verso il dirsi: ma io, alla fine, a casa da solo sto bene; verso la voglia di non avere più niente a che fare con gli altri?
Un click e ciao, ciao agli amici di Facebook, ciao Skype e ciao vita SocialE.
Fino ad adesso mescolavamo la vita Pubblica con quella virtuale, quella sociale, con quella privata. Oggi in questa situazione è diventato tutt’uno. Quelle barriere che ancora resistevano della vita personale che vengono abbattute con dirette live dal salotto, dalla camera, con i figli, cani. Tutti proprio tutti che condividiamo cosa mangiamo, come viviamo, cosa leggiamo, guardiamo.. studiamo e amiamo. Ancora più di due settimane fa. Tutto in tv, nella grade tv socialE.
E allora penso alla famosa democrazia del telecomando abbattuta da programmi tutti uguali su canali tutti uguali.. penso che la democrazia della scelta di cosa condividere e con chi abbattuta così, da un click.
Beh si, oggi basta un click per decidere chi frequentare, con chi parlare, chi ascoltare, con chi restare collegato, in questa situazione non devi rimanere collegato a tutti per forza. Basta un click.
E allora se ci abituassimo a rimanere ad un metro di distanza l’uno dagli altri? a rimanere solo collegati virtualmente ma ognuno in casa propria?
Non saremo più gli stessi tra un mese, saremo un po’ tutti abituati a questa vita reclusa, a questa voglia di “basta un click” ...di “non seguire più”.. chissà… e se ci abituassimo alla distanza gli uni dagli altri?
Tra un mese penso che dovremo essere più forti e volenterosi per venirsi incontro e volersi riabbracciare di nuovo. Come una vita fa. Perchè sembra già una vita fa.
Guardo film dove si salutano e mi sembra strano.
La forza adesso è rimanere in casa per tutelare tutti, domani sarà quella di uscire e riabbracciare tutti. Ma proprio tutti.
La fuga da Milano, la scena dei treni presi d’assalto mi ha fatto pensare a tante cose.
Una su tutte: Quando le cose ci toccano da vicino come diventiamo fragili e impauriti.
Pur essendo nella comodità delle nostre case, con il frigo pieno e nessuna bomba esplosa, se ci sentiamo in difficoltà la nostra reazione può essere impulsiva e perché no anche sconsiderata..
Non giudico chi ha cercato di raggiugnere la propria casa di nascita o i propri affetti.
Ma per la legge dei grandi numeri, sono quasi certo che qualcuno di quelle persone, negli ultimi 5 anni, avrà giudicato chi fugge da zone di guerra, chi si affida al mare pur di salvare i propri cari.
A noi è chiesto di rimanere nelle nostre case, calde accoglienti, con la nostra musica preferita, i nostri libri, i nostri cari.. niente, scappiamo uguale.
Spero che questa emergenza, nel dramma che comporta, riesca a fare breccia nei cuori irrigiditi.
Di chi negli ultimi anni, si è messo a urlare, giudicare, si è incattivito contro chi ha avuto la sfortuna di nascere in una parte del mondo diversa.
In queste situazioni i ganzi sono quelli che tutelano gli altri, che li aiutano, non chi cerca di fuggire alle proprie responsabilità.
Sono grandi tutti quelli che in servizio 20 ore su 24 nelle zone di emergenza si stanno impegnando per aiutarci a superare questo momento difficile.
L’ho scritto l’altro giorno in un post Facebook, questo è il momento di stare tutti dalla stessa parte:
Genitori e figli, lavoratori e imprenditori, sportivi e spettatori, siamo tutti uguali e ognuno avrà le proprie difficoltà.
Comici e ristoratori, musicisti e artigiani, muratori e albergatori, per questa volta, e forse per la prima volta, tutti dalla stessa parte.
E proviamo a restarci dalla stessa parte.. a un metro di distanza eh.. ma dalla stessa parte.
…E se un ci può abbracciare per un po’, s’avrà più voglia dopo.
Forza.