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Festa della Toscana e Bargello

Festa della Toscana e Bargello

Oggi è la festa della Toscana!
Che celebra la ricorrenza dell’abolizione della pena di morte in Toscana del 1786, primo stato del mondo.
A Firenze, nel medioevo, i condannati partivano dal carcere del Bargello e si incamminavano verso il prato della giustizia, dove oggi c’è Piazza Piave e la Porta della Zecca, e lì venivano giustiziati.
Il corteo dei condannati passava da Via dei Malcontenti per questo il nome di questa via, ma non sempre andava così.
Antonio Rinaldeschi nel 1501 per esempio, venne condannato per blasfemia.
Una sera perse tutti i suoi soldi al gioco dentro un osteria e passando davanti al dipinto che raffigurava la madonna tirò dello sterco di cavallo, per questo fu condannato, e impiccato ad una dalle finestre esterne del Bargello!
L’alluvione di Firenze è da ricordare.

L’alluvione di Firenze è da ricordare.

L’alluvione di Firenze è stato un evento che ha segnato la nostra città per sempre. Ma non solo.

E’ stato anche un evento che ha fatto manifestare lo spirito della città e quello che la città riesce a ispirare agli altri.

Sia a chi l’ha vissuta per un breve periodo, sia a chi la vive da esterno.

Firenze ispira, l’ho sempre pensato. 

Poi c’è la Fiorentinità di cui fa parte quella passione e determinazione che i fiorentini hanno manifestato più volte nella loro storia.

E’ successo durante l’assedio del 1529, oppure durante la liberazione nel ’44 ma anche in ultimo durante la prima l’emergenza di questo virus, quando tanti fiorentini si sono messi al servizio dei più fragili. 

E penso che succederà ancora, quando e se ce ne sarà bisogno, perché Firenze si ritrova sempre unita quando la situazione è seria. 

Non a caso a Firenze nasce nel 1200 il primo servizio al mondo di volontariato per chi soffre, la Misericordia di Piazza del Duomo che si chiamava Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze.

Angeli del fango firenze

L’alluvione di Firenze che ispira il mondo

Insomma noi Fiorentini, nonostante il nostro caratteraccio un po’ burbero e di moRto polemico, quando c’è da dare una mano siamo sempre in prima linea, per noi e per gli altri.

Fu forse anche per questo che durante quei giorni terribili dell’alluvione del ’66 centinaia di persone accorsero da tutto il mondo per aiutare una città e un popolo in ginocchio.

E vennero da tutto il mondo unendosi con quelli che già erano qua per studio o vacanza e che vennero poi soprannominati “Angeli del fango”.

Un nome che mette in contrasto l’idea del classico angelo candido e pulito con lo sporco e il colore del fango.

Molti di loro stettero giorni con i soliti vestiti pieni di quella melma fangosa che puzzava di gasolio e merda.

Si perché anche i tombini e le fogne saltano durante un alluvione e il puzzo che ne viene fuori lo potete immaginare.

E’ bello oggi pensare che quelle persone venute a sporcarsi e a durare fatica per Firenze lo fecero per rendere un po’ del bene che Firenze aveva regalato al mondo intero. 

Chissà.
Ma sicuramente quei giorni, per la nostra città e anche per loro che poi tornarono nelle loro nazioni città, rimangono un simbolo indelebile di unità e solidarietà che non dobbiamo dimenticare mai.

Angeli del fango firenze
Si ai tamponi veloci nelle scuole!

Si ai tamponi veloci nelle scuole!

NEWS!

 
✔️Approvata.
Meno invasivi per i più piccoli, veloci e che servono a dare risposte concrete alle esigenze di tutti noi che cerchiamo di mantenere un equilibrio tra i vari settori del nostro tessuto sociale, economico e formativo.
Un contesto in cui la scuola ha un ruolo centrale, che tocca direttamente le famiglie, e quindi i genitori che sono lavoratrici e lavoratori della nostra città.
Stamani è stata votata all’unanimità in commissione sociale e Sanità, una mozione a mia firma per accelerare sui test rapidi per i più piccoli.

Leggi il comunicato intero!

Divertirsi male, la Movida non esiste.

Divertirsi male, la Movida non esiste.

Io non la chiamo Movida, per me si divertono male.
E ora che è passato un altro weekend abbastanza “intenso” è inutile nascondersi dietro ad un dito: il problema c’è.
Certo non è un problema fiorentino e non è un problema di facile gestione o soluzione. Anzi.
Ma va detto che se vogliamo riportare residenti in centro, oltre ad avere un disegno sui servizi di prossimità da integrare e implementare, creando piccole strutture sportive e di aggregazione per famiglie e cittadini; creare la possibilità di parcheggio e garantire il rispetto delle regole che spesso in questo caso servono proprio a tutelare i più deboli (sono solo le prime cose che mi vengono in mente)
Dobbiamo migliorare anche la vivibilità.

Quest’anno sentiamo la mancanza degli spazi estivi che decentrano un po’, sentiamo la mancanza di concerti, festival, insomma sentiamo la mancanza di tutte quelle attività che aiutano a non creare pressione solo su alcune zone.
Stiamo affrontando un emergenza senza precedenti e alcune soluzioni adottate per aiutare l’economia cittadina sono giuste, ma anche tenendo ben presente il momento, la realtà è che così non va.

Ieri Moreno, 87enne che abita in via del campuccio da sempre, mi ha detto che non ha chiuso occhio tutta la notte perche davanti c’era una festa in un appartamento che è durata fino alle 4.30, era sfinito. Non solo non è giusto ma è da st@@@zi.

Chi mi conosce sa che ho sempre vissuto la notte e che tutt’ora mi piace la vita notturna, frequento locali, vengo da “rokkenroll a tutta randa”, ma il troppo stroppia e dobbiamo renderci conto che stiamo passando il limite.
Ognuno deve fare la sua parte; Il mio impegno in consiglio comunale come cittadino e residente dell’Oltrarno va da sempre in questa direzione e continuerò a proporre e cercare soluzioni che favoriscano la convivenza e il rispetto di tutte le sensibilità e realtà.
L’amministrazione cerca e prova soluzioni: dai presidi fissi, alla pulizia anticipata fino a cercare un accordo per i bagni.

Ma è indubbio che c’è una percezione delle regole sbagliata, di un divertimento sregolato che in qualche maniera va dissuaso e non accettato per quello che è, perché nessuno può e deve prevaricare l’altro tenendosi in tasca la scusa: “eh che ci vuoi fare, son giovani”
Perché i giovani non sono così, questi sono solo stronzi.

Vita SocialE al tempo del virus. Basta un click.

Vita SocialE al tempo del virus. Basta un click.

La vita SocialE al tempo del virus è cambiata in un attimo e il momento è quello che è.

Se ce l’avessero raccontato non ci avremmo creduto.  Un virus che ci costringe a stare chiusi in casa e a lottare contro il tempo per salvare vite umane. Un film si, un film.

Questo Virus ci allontana dagli altri, come se non fossimo già stati abbastanza lontani l’uni dagli altri, negli ultimi anni. Ma così è.

Social, tv a pagamento, distanze sociali.

Oggi qualcuno parla di avvertimento da parte della terra, una terra che si ribella contro l’essere umano egoista, che non pensa a salvaguardarla.

Che la incendia, la deruba delle sue ricchezze, che non la rispetta. E se fosse invece un passo ancora avanti verso l’egoismo? 

Un passo verso il dirsi: ma io, alla fine, a casa da solo sto bene; verso la voglia di non avere più niente a che fare con gli altri?

Un click e ciao, ciao agli amici di Facebook,  ciao Skype e ciao vita SocialE.

Fino ad adesso mescolavamo la vita Pubblica con quella virtuale, quella sociale, con quella privata. Oggi in questa situazione è diventato tutt’uno. Quelle barriere che ancora resistevano della vita personale che vengono abbattute con dirette live dal salotto, dalla camera, con i figli, cani. Tutti proprio tutti che condividiamo cosa mangiamo, come viviamo, cosa leggiamo, guardiamo..  studiamo e amiamo. Ancora più di due settimane fa. Tutto in tv, nella grade tv socialE.

E allora penso alla famosa democrazia del telecomando abbattuta da programmi tutti uguali su canali tutti uguali.. penso che la democrazia della scelta di cosa condividere e con chi abbattuta così, da un click.

Beh si,  oggi basta un click per decidere chi frequentare, con chi parlare, chi ascoltare, con chi restare collegato, in questa situazione non devi rimanere collegato a tutti per forza. Basta un click.

E allora se ci abituassimo a rimanere ad un metro di distanza l’uno dagli altri?  a rimanere solo collegati virtualmente ma ognuno in casa propria?

Non saremo più gli stessi tra un mese, saremo un po’ tutti abituati a questa vita reclusa, a questa voglia di “basta un click” ...di “non seguire più”.. chissà… e se ci abituassimo alla distanza gli uni dagli altri? 

Tra un mese penso che dovremo essere più forti e volenterosi per venirsi incontro e volersi riabbracciare di nuovo. Come una vita fa. Perchè sembra già una vita fa.

Guardo film dove si salutano e mi sembra strano.

La forza adesso è rimanere in casa per tutelare tutti, domani sarà quella di uscire e riabbracciare tutti. Ma proprio tutti.