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Un'altro giro intorno al sole.

Un'altro giro intorno al sole.

 
copia leggeraAltro giro altra corsa
ancora un giro di boa.
Ultimo O primo?
Arrivo o partenza?
Finire o iniziare?
È la storia del bicchiere mezzo..
Quindi storia di prospettiva e angolazioni.
Tutto il percorso è una questione di prospettiva, di come decidi di camminare, di cosa decidi di vedere e visitare durante il viaggio.
È anche una questione di culo, certo, di culo nel riuscire a capire in tempo che tutto è relativo e niente assoluto. E che il relativo non dovrebbe influenzare.. distogliere l’attenzione sull’autenticità personale fatta a volte di equilibri sottili, delicati a volte folli.
E se la prospettiva fosse/avesse due facce.. Ma della stessa medaglia?
Vincere e perdere….Ultimo e primo.. Finire e iniziare..
Tutto in un unico giro, tutto in un colpo solo.. Avere dentro il seme e il frutto degli eventi.. Del futuro.. Avere in mano la sensazione di poter decidere di se stessi sempre e comunque al di là del contorno, al di là del paesaggio intorno.. avere dentro la certezza di non essere solo, che almeno hai te stesso che comprende gli altri e non necessariamente il contrario, “perché la vita va anche così”.
Questione di prospettiva, di angolazioni.
Al di là dell’oceano è ieri sera, al di qua è già il nuovo anno.. qui c’è il presente, il nostro presente, ancora da vivere, da festeggiare, ancora da iniziare colmo di speranze… e sogni ancora, da realizzare.
Domani inizia un altro giro intorno al sole e speriamo sia…

Un bambino che cresce.

Sono passati 30 anni oggi, da quando mio padre ha deciso di morire.
Si, ha deciso.
Mi sono nascosto per anni dietro alle bugie, usate per nascondermi dalle sofferenze delle verità.
Si, la verità.
Rimanere bambini, non crescere, restare fermi nell’attesa di un abbraccio consolatore,che possa alleviare le sofferenze e che possa scacciare via i mostri.
Si, i mostri.
La paura di crescere, di non riuscire diventando adulto a sostenere il peso della vita, la paura che la vita stessa sia troppo forte per te.
L’età avanza ma lo spirito resta fermo, le paure indelebili, incancellabili, tutto si è fermato lì, a ricordarti ad ogni passo avanti che:
“non c’è spazio per quelli come te”
Questa è la paura, questo è il mostro.
Essere Bambino nel corpo di un adulto.
Essere adulto con le paure di un bambino.
Sentirsi soli nonostante 100 persone accanto.
Sentirsi morti nonostante la vita scorra.
Allora lotti, combatti, a volte vinci, spesso perdi.. Soffri. Fino alla fine.
No.
Fino a che non scopri che la felicità è condividere tutto questo.
Fino a che non scopri che diventare adulti è bellissimo.
Fino a che non vivi della passione della sofferenza e la usi per parlarne, per capire e far capire che siamo in un modo di bambini in corpi di adulti..
E che i veri adulti sono proprio i bambini che ogni giorno ci insegnano cosa vuol dire semplicità, coraggio, amore, passione e voglia di scoprire e conoscere.
Diventare adulti forse vuol dire non fermarsi al passato ma usarlo per il futuro.
Diventare adulto è quello che sto cerando di fare per non dimenticare, ma per migliorare e non fare più i soliti errori.
Cercare scuse.. E non prendersi responsabilità, è da bambini.
Io voglio crescere.

Un fragore dentro.

E tutto si fermò…
com’era iniziato.. tutto si fermò.
Di colpo, di schianto
un fragore enorme
Quel rumore forte arrivava da lontano…
…ma lo sentì solo
chi rimase.
Fu solo…per chi rimase.
Il resto fu storia già vista, già vissuta
niente di diverso da tutte le altre volte
la solita “routine”.. i soliti movimenti.
I soliti gesti di chi sembra dispiacersi.
Tutto si fermò
e tutto si cancellò
in quell’attimo preciso
un passato, un presente
un’infanzia passata lì…
a divertirsi… e a bestemmiare.
La morte è importante
solo per l’egoismo di chi resta…
…altrimenti, sarebbe solo
un evento come un altro.