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Un bambino che cresce.

Sono passati 30 anni oggi, da quando mio padre ha deciso di morire.
Si, ha deciso.
Mi sono nascosto per anni dietro alle bugie, usate per nascondermi dalle sofferenze delle verità.
Si, la verità.
Rimanere bambini, non crescere, restare fermi nell’attesa di un abbraccio consolatore,che possa alleviare le sofferenze e che possa scacciare via i mostri.
Si, i mostri.
La paura di crescere, di non riuscire diventando adulto a sostenere il peso della vita, la paura che la vita stessa sia troppo forte per te.
L’età avanza ma lo spirito resta fermo, le paure indelebili, incancellabili, tutto si è fermato lì, a ricordarti ad ogni passo avanti che:
“non c’è spazio per quelli come te”
Questa è la paura, questo è il mostro.
Essere Bambino nel corpo di un adulto.
Essere adulto con le paure di un bambino.
Sentirsi soli nonostante 100 persone accanto.
Sentirsi morti nonostante la vita scorra.
Allora lotti, combatti, a volte vinci, spesso perdi.. Soffri. Fino alla fine.
No.
Fino a che non scopri che la felicità è condividere tutto questo.
Fino a che non scopri che diventare adulti è bellissimo.
Fino a che non vivi della passione della sofferenza e la usi per parlarne, per capire e far capire che siamo in un modo di bambini in corpi di adulti..
E che i veri adulti sono proprio i bambini che ogni giorno ci insegnano cosa vuol dire semplicità, coraggio, amore, passione e voglia di scoprire e conoscere.
Diventare adulti forse vuol dire non fermarsi al passato ma usarlo per il futuro.
Diventare adulto è quello che sto cerando di fare per non dimenticare, ma per migliorare e non fare più i soliti errori.
Cercare scuse.. E non prendersi responsabilità, è da bambini.
Io voglio crescere.

Vivere come ti va e riesce.

Non sono certo un giornalista

ma non per questo non è detto che non possa scrivere,

poi chi mi vuol leggere mi legge chi non vuole cambia canale.. un po’ come lo zapping…

anzi qui, sul vastissimo mondo di internet, è molto meglio dello Zapping televisivo,

più scelta, più varianti.. più possibilità.

E’ come la storia della mia musica, non ho iniziato a fare musica per piacere, ma per necessità..

poi forse ho perso un po’ per strada il gusto del farla per questi nobili motivi…

e anch’io mi sono adeguato allo standard moderno.. “arrivare a qualcosa”.. che errore.

Infatti non sono un musicista… sono uno che scrive e mette in musica delle “Robe” che ha dentro….tutto qui.

Musicista, che parolone.

E’ come reputarsi Chef solo perchè ti piace cucinare… mh.. strano.

Ma il mondo è bello, non solo perchè è vario, ma anche perchè (per ora e per fortuna)

nel nostro paese possiamo  ancora fare (un po’) quello che ci va…

Poi naturalmente fai i conti/scontri con il mondo… infatti questo non vuol dire poi riuscirci a vivere con queste cose.

Ma cos’è importante veramente?

viverCI con queste cose o viveRE con queste cose?

Vorrei vivere di me, del mio vero me… vivere con il riuscire a esprimermi fino in fondo,

dando e liberando veramente fino in fondo la mia vita…

non c’è fortuna più grande di chi trova equilibrio tra l’esterno, l’interno..

vivendo a fondo la propria sensibilità

…pur facendo…… quello che gli capita.