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Domenica andrò a votare alle primarie.

Come ho sempre fatto da almeno 10/12 anni a questa parte.

Lo faccio perché il PD checchè se ne dica è rimasto al momento l’unico partito che riesce a racchiudere un pensiero che prova a stare sopra le nuvole della rabbia.

Si, certi personaggi fanno passare la voglia, certo, si può fare meglio, molto meglio…sicuramente, ma non è stando fuori a criticare e a vomitare rabbia che si può migliorare la situazione.

Questo è quello che mi dissi 5 anni fa quando mi chiesero di portare il mio contributo al quartiere.

Adesso è arrivato il momento di decidere da che parte stare, e non soltanto da che parte stare a livello politico, ma da che parte stare a livello umano.

E’ innegabile e sotto gli occhi di tutti quello che sta accadendo nel nostro paese,  si può far finta che si stia scherzando, che non vero, ma i dati parlano chiaro e i numeri sono numeri, non opinioni.

Non dirò per chi voterò a differenza di molti miei compagni di partito o di viaggio, non lo dirò perché semplicemente non voglio far parte del giochino dell’ultras, del tifoso accanito, in questo momento c’è bisogno di stare uniti e se una qualsiasi cosa può dar noia all’unità io me ne guardo bene dal farla.

Anche perché non è importante per chi voto io, è importante partecipare numerosi, è importante determinare una linea, una condotta, un modo di interpretare i bisogni delle persone, non dobbiamo aver paura a parlare di popolo, di disuguaglianze, di povertà .

Siamo il partito che arriva da quello, dal populismo in senso alto del terminee non dal becerismo camuffato da populismo (e non soltanto a 5S naturalmente..)

Andiamo alle cene sociali, alle partite di calcetto degli amici, troviamo il tempo di stare con chi non la pensa come noi, torniamo nei bar, nei locali, parliamo con quelli che non sono dei nostri, non chiudiamoci nelle stanze, nei circoli e nei palazzi a parlare tra di noi.

Mettiamo la testa fuori anche senza gazebo e senza elezioni o primarie, non dobbiamo aver paura ad essere umani!

Augh.