
L’alluvione di Firenze è da ricordare.
L’alluvione di Firenze è stato un evento che ha segnato la nostra città per sempre. Ma non solo.
E’ stato anche un evento che ha fatto manifestare lo spirito della città e quello che la città riesce a ispirare agli altri.
Sia a chi l’ha vissuta per un breve periodo, sia a chi la vive da esterno.
Firenze ispira, l’ho sempre pensato.
Poi c’è la Fiorentinità di cui fa parte quella passione e determinazione che i fiorentini hanno manifestato più volte nella loro storia.
E’ successo durante l’assedio del 1529, oppure durante la liberazione nel ’44 ma anche in ultimo durante la prima l’emergenza di questo virus, quando tanti fiorentini si sono messi al servizio dei più fragili.
E penso che succederà ancora, quando e se ce ne sarà bisogno, perché Firenze si ritrova sempre unita quando la situazione è seria.
Non a caso a Firenze nasce nel 1200 il primo servizio al mondo di volontariato per chi soffre, la Misericordia di Piazza del Duomo che si chiamava Venerabile Arciconfraternita della Misericordia di Firenze.

L’alluvione di Firenze che ispira il mondo
Insomma noi Fiorentini, nonostante il nostro caratteraccio un po’ burbero e di moRto polemico, quando c’è da dare una mano siamo sempre in prima linea, per noi e per gli altri.
Fu forse anche per questo che durante quei giorni terribili dell’alluvione del ’66 centinaia di persone accorsero da tutto il mondo per aiutare una città e un popolo in ginocchio.
E vennero da tutto il mondo unendosi con quelli che già erano qua per studio o vacanza e che vennero poi soprannominati “Angeli del fango”.
Un nome che mette in contrasto l’idea del classico angelo candido e pulito con lo sporco e il colore del fango.
Molti di loro stettero giorni con i soliti vestiti pieni di quella melma fangosa che puzzava di gasolio e merda.
Si perché anche i tombini e le fogne saltano durante un alluvione e il puzzo che ne viene fuori lo potete immaginare.
E’ bello oggi pensare che quelle persone venute a sporcarsi e a durare fatica per Firenze lo fecero per rendere un po’ del bene che Firenze aveva regalato al mondo intero.
Chissà.
Ma sicuramente quei giorni, per la nostra città e anche per loro che poi tornarono nelle loro nazioni città, rimangono un simbolo indelebile di unità e solidarietà che non dobbiamo dimenticare mai.
